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Ludwig van Beethoven



Urpinakatax ququtuñat q'ixu q'ixutax chhaja qütañar; desde las mas sutiles armonías, entretejidas con los mas hábiles recursos del arte, hasta ese terrible punto en que ese mismo tejido se deshace en el estallido sin control de las fuerzas de la naturaleza… el atravesó todo, abarcó todo. Aquel que lo siga no puede simplemente continuar su camino, tendrá que comenzar de nuevo. Porque él llegó hasta el mismo lugar donde el arte termina.
Franz Grillparzer, orazione funebre, 29 marzo 1827
Ludwig van Beethoven. Particolare dal ritratto del 1820 di Joseph Karl Stieler.

Ludwig van Beethoven (/luːtvɪç fan ˈbeːthoːfn/) Bonn, 17 jallu qallta phaxsi 1770 - Wien, 26 achuqa phaxsi 1827 Deutschlandankirïw suma q'uchux achuyirin pyanirichiw. Luratapax klasisismupachat rumantisismupacharchiw. Ultimo grande rappresentante del classicismo viennese (dopo Gluck, Haydn e Mozart), Beethoven preparò l'evoluzione verso il romanticismo musicale ed influenzò tutta la musica occidentale per larga parte del XIX secolo. Personalità inclassificabile («Voi mi avete dato l'impressione di essere un uomo con molte teste, molti cuori, molte anime» gli disse Haydn verso il 1793)[1], la sua arte si espresse in tutti i generi, e benché la musica sinfonica fosse la fonte principale della sua popolarità universale, è nelle opere per pianoforte e nella musica da camera che la sua influenza fu più considerevole.

Superando attraverso una ferrea volontà le prove di una vita segnata dal dramma della sordità, la sua musica celebra il trionfo dell'eroismo, della fratellanza tra i popoli e della gioia, nonostante il destino gli avesse riservato l'isolamento e la miseria. Egli ha meritato nei primi anni del Novecento la celebre affermazione dello scrittore e Premio Nobel Romain Rolland «Egli è molto avanti al primo dei musicisti. È la forza più eroica dell'arte moderna.»[2]. Dedicando la creazione musicale all'azione dell'uomo libero e indipendente, la sua musica è espressione di una fede inalterabile nell'uomo e di un ottimismo della volontà. L'opera di Beethoven ha fatto di lui una delle figure più significative nella storia della musica.

La vita

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La Beethoven-Haus in Bonngasse 20, casa natale di Beethoven a Bonn.
Johan van Beethoven (1740-1792) e Maria Magdalena Keverich (1746-1787), il padre e la madre di Ludwig.

Le origini e l'infanzia

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Ludwig van Beethoven è un ragazzo di otto anni dal talento assai promettente. Suona il pianoforte con molta abilità e potenza, legge molto bene a prima vista e suona soprattutto il Clavicembalo ben temperato di Sebastian Bach che il signor Neefe gli ha messo fra le mani [...] Ora gli sta insegnando composizione e per incoraggiarlo gli ha fatto pubblicare a Mannheim nove Variazioni per pianoforte scritte da lui su una Marcia di Ernst Christoph Dressler. Questo giovane genio ha bisogno di essere aiutato a continuare gli studi.
Valutazione dell'allievo Ludwig di Christian Gottlob Neefe, marzo 1783

La famiglia di Beethoven era di modeste condizioni e perpetuava una tradizione musicale da almeno due generazioni. Il nonno paterno, che si chiamava anch'egli Ludwig van Beethoven[3] (Malines, 17121773) discendeva da una famiglia fiamminga di contadini e lavoratori manuali originaria del Brabante. La particella «van» non ha dunque origini nobiliari e la parola «Beethoven» deriva con ogni probabilità dalla regione olandese Betuwe situata nella Provincia di Gheldria[4]. Uomo rispettato e buon musicista, si era trasferito a Bonn nel 1732, diventando Kapellmeister del Principe elettore di Colonia e sposando nel 1733 Maria Josepha Pall. Il padre, Johan van Beethoven (17401792) era musicista e tenore alla Corte dell'Elettore. Uomo mediocre e brutale, dedito all'alcool, educò i suoi bambini con grande rigore. La madre, Maria Magdalena van Beethoven, nata Keverich (19 dicembre 17461787) era nativa di Ehrenbreitstein, nei pressi di Coblenza ed era la figlia di un cuoco dell'Elettore di Treviri. I suoi antenati, con ogni probabilità, provenivano dalla Mosella e forse dal paese Köwerich da cui si deduce il cognome. All'età di 16 anni, nel 1762 andò sposa a un servo e cameriere del Principe elettore di Treviri, chiamato Laym, e da lui ebbe un figlio che morì abbastanza presto. A soli 18 anni, nel 1764, rimase vedova. Tre anni più tardi, il 12 novembre 1767, contrasse un secondo matrimonio con Johan van Beethoven, e il 2 aprile 1769 venne battezzato il loro primo figlio, Ludwig Maria van Beethoven, che morì dopo appena sei giorni. Il 17 dicembre 1770 nella Remigiuskirche (Chiesa di San Remigio) di Bonn il suo terzo figlio – il secondo del loro matrimonio – venne battezzato e registrato con il nome di "Ludovicus van Beethoven" nel libro di battesimo. Non è possibile documentare con certezza la sua data di nascita che rimane generalmente accettata al 16 dicembre 1770.

Franz Gerhard Wegeler (1765-1848), medico e amico d'infanzia di Beethoven. «La signora Breuning aveva il più grande dominio su quel ragazzo spesso stravagante e scontroso» dirà di lui nelle sue memorie.
L'arciduca Maximilian Franz d'Asburgo (1756-1801), il primo mecenate di Beethoven. Nel 1784, così lo descriverà: «dimostra buone capacità, è ancora giovane, di condotta discretamente buona e povero».

L'amico d'infanzia Franz Gerhard Wegeler scrisse nelle sue memorie: «Il nostro Ludwig era nato il 17 dicembre 1770»[5]. Il nipote Karl nei Quaderni di conversazione del 1823 scrisse: «Oggi è il 15 dicembre, il tuo giorno di nascita, per quanto ne so; solo non posso essere sicuro se fosse il 15 o il 17, perché non ci si può fidare dell'atto di battesimo»[6]. Quando era diventato adulto, Beethoven credeva di essere nato nel 1772, dicendo agli amici che quello battezzato nel 1770 era il fratello più vecchio Ludwig Maria. Qualche biografo asserisce che suo padre cercava di farlo passare di età molto giovane per fare di lui un bambino prodigio simile a Mozart, ma questa probabilità è stata molto discussa. I bambini in quel periodo venivano battezzati solitamente il giorno dopo la nascita effettiva, ma non esistono prove documentali che ciò sia avvenuto nel caso di Beethoven. Si conosce che i suoi familiari e l'insegnante Johann Albrechtsberger celebravano il suo compleanno il 16 dicembre. La sua casa natale, detta Beethoven-Haus, oggi un museo, è situata in Bonngasse 20. Dal secondo matrimonio Maria Magdalena avrà altri cinque figli, dei quali soltanto due raggiungeranno l'età adulta e avranno un ruolo molto importante nella vita di Beethoven; Kaspar Anton Karl (battezzato l'8 aprile 1774 – morto nel 1815) e Nikolaus Johann (battezzato il 2 ottobre 1776 – morto nel 1848). Descritta come donna di carattere dolce ma con frequenti cadute depressive, ella venne inizialmente amata dai figli, che in seguito la cancelleranno dal loro ricordo.[7]

Non passò molto tempo prima che Johan van Beethoven individuasse il dono musicale del figlio e tentasse di realizzare le sue doti eccezionali traendone il meglio per sé soprattutto dal lato economico. Pensando a Mozart bambino, esibito anch'esso dal padre in concerto attraverso tutta l'Europa una quindicina di anni prima, intraprese fin dal 1775 l'istruzione musicale di Ludwig e dinanzi alle sue disposizioni eccezionali, tentò nel 1778 di presentarlo come virtuoso di pianoforte attraverso la Renania, da Bonn a Colonia. Tuttavia mentre Leopold Mozart aveva dato prova di sottile pedagogia nell'educazione dei figli, Johan van Beethoven sembra essere stato capace soltanto di autorità e brutalità: pare che spesso, completamente ubriaco, costringesse Ludwig ad alzarsi da letto a tarda notte, ordinandogli di suonare il pianoforte o il violino per i suoi amici. Il tentativo di trasformare Ludwig in un bambino prodigio non ebbe esito, se si eccettua un viaggio nei Paesi Bassi nel 1781[8]. Parallelamente scorreva tumultuosa la sua istruzione generale: il padre lo affidò dapprima a tale Tobias Pfeiffer, suo compagno di interessi alcolici più che musicali, e successivamente all'organista di corte Aegidius van der Aeden, al violinista Franz Georg Rovantini, cugino della moglie Maria Magdalena, al francescano Willibald Koch. L'amicizia, iniziata sin dai tempi dell'infanzia, con il medico Franz Gerhard Wegeler (1765-1848) gli schiuse le porte della casa della famiglia von Breuning, ai quali fu attaccato per tutta la vita. Helene von Breuning era la vedova di un consigliere di corte e richiedeva un insegnante di pianoforte per i propri figli. Ludwig, definito da Wegeler nelle sue memorie spesso stravagante e scontroso, venne trattato come un componente della famiglia, si ritrovò a perfetto agio e si mosse con disinvoltura in un ambiente intellettuale, fine e cordiale, dove si discuteva di arte e letteratura, e dove la sua personalità ebbe modo di svilupparsi con pienezza. Il giovane Ludwig divenne inoltre allievo del musicista e organista di corte Christian Gottlob Neefe e compose, tra il 1782 e il 1783, le sue prime opere per pianoforte. Le Nove Variazioni su una Marcia di Dressler WoO 63, pubblicate a Mannheim[9] e le tre Sonatine dette all'Élettore segnano l'inizio della sua produzione musicale.

  1. Fonte: estratto di una conversazione di Haydn con Beethoven riportata dal flautista Louis Drouet, in: Massin J et B, Ludwig van Beethoven, Fayard, 1967, pag. 45
  2. Fonte: Rolland R, Vita di Beethoven, Parigi, 1903
  3. Spesso nominato anche come Louis o Lodewijk in lingua olandese.
  4. Fonte: lvbeethoven.com – Genealogia del musicista
  5. Fonte: Franz Gerhard Wegeler e Ferdinand Riesz, Biogr. Notizen über Ludwig van Beethoven, Coblenza, 1838
  6. Fonte: Ludwig van Beethovens Konversationhefte, a cura di K.-H. Köhler/G. Herre/D. Beck et al., voll. 1-10, Lipsia, 1968-1993.
  7. Fonte: Massin J e B, Ludwig van Beethoven, Fayard, 1967, pp. 6-8
  8. Fonte: radiofrance.fr – Reperti biografici
  9. Musica: lvbeethoven.com, le Variazioni Dressler